domenica 9 marzo 2008

Il porto che non c'è

L’appuntamento per l’intervista con Lino Ferrara è nella sede dell’Editalia, a via Orazio, ma come sempre accade quando si incontrano due persone nelle cui vene scorre acqua salata, il luogo fisico subisce una inevitabile metamorfosi. Le eleganti poltrone delle studio, di candida pelle color panna, si trasformano nelle sgangherate panche di poppa di un gozzo da pesca, nell’avvolgente pozzetto di una barca a vela, nel lussuoso salone di uno yacht d’altura. Insomma in una qualunque cosa che galleggia ed è in grado di navigare. E allora molliamo gli ormeggi e partiamo, anzi sarebbe più esatto dire ripartiamo con la 39 esima edizione del Nauticsud, il salone internazionale della nautica che si svolge dall’8 al 16 marzo nelle ormai due tradizionali location della Mostra d’Oltremare e della Darsena di Mergellina dove ci sono 250 imbarcazioni a disposizione per una prova in mare nel Golfo di Napoli. La darsena quest’anno è stata ulteriormente ampliata, con un sistema di pontili galleggianti e propone in modo concreto e visibile il sogno imprenditoriale del patron del NauticSud: il porto che non c’è.
Un moderno ed accogliente marina con posti barca, ormeggi, e servizi: come lo yacht club ed una pizzeria del Faro. In altre parole un modello di portualità turistica per far rinascere il lungomare della città.

Dunque Lino, ( tra la gente di mare i formalismi sono superflui quasi offensivi) la crociata riparte.

“ Da sei anni, da quando nel 2002 abbiamo rilevato dall’Ente Mostra l’organizzazione dell’evento, il NauticSud si misura con due obiettivi distinti ma anche complementari tra loro: rafforzare la presenza del salone nautico napoletano nel panorama fieristico italiano al fianco di Genova, ma anche qualificare la manifestazione fieristica come evento di riferimento per il complesso mondo del diporto. Un salone che quindi non è solo ed esclusivamente una esposizione di imbarcazioni, componentistica ed accessori, ma anche un importante momento di riflessione sulla cultura e la vocazione marinara del nostro territorio, sulle potenzialità turistiche ed economiche degli approdi. I diportisti che utilizzano l’ormeggio come un garage/parcheggio dove abbandonare/ormeggiare la propria barca sono una monumenti, bellezze paesaggistiche, la naturale vocazione all’ospitalità delle nostre popolazioni…”

Lino ti senti ancora una voce nel deserto?

“ Sinceramente in questi anni qualcosa è cambiato nel rapporto tra le Istituzioni ed Il NauticSud. Per quanto riguarda la Regione alla già collaudata collaborazione con l’Assessorato ai Trasporti e al Demanio Marittimo, si è aggiunto il sostegno dell’Assessorato alla Attività Produttive. Tra i partner storici come l’Autorità Portuale e la Sovrintendenza ai Beni Artistici si è inserito quest’anno il Comune di Napoli con gli Assessorati alla razza in via di estinzione. C’è una nuova e diffusa consapevolezza per le opportunità che un porto offre anche sul fronte degli interscambi economici, sociali e culturali. Attorno ad un qualunque marina ci sono sempre attività commerciali, centri storici, Mobilità e al Turismo… Insomma viene sempre più largamente condiviso il progetto di fare del NauticSud il veicolo per comunicare un nuovo urbanesimo, una idea di portualità compatibile con l’ambiente, le bellezze paesistiche e culturali, e con un modello di sviluppo della città e della diportistica da esportare nel mondo.”

Nel 2007 la proposta provocazione fu visualizzata con una serie di pannelli che rappresentavano con la tecnica del fotomontaggio la fattibilità di realizzare nuovi porti turistici a via Caracciolo, sotto il Castel dell’Ovo, a Nisida o a Bagnoli, quest’anno invece la scelta di affidare ad un prestigioso istituto di consulenza, lo Studio Ambrosetti un’analisi delle ricadute sul tessuto economico derivanti da massicci investimenti nell’economia del mare della Campania. Non sono troppo lontane Montecarlo e Dubai?

“Noi siamo in grado di offrire un clima, una tradizione culinaria, un patrimonio monumentale, archeologico e ambientale che non ha paragoni al mondo. Eppure a Dubai, negli Emirati Arabi, molte imprese costruttrici, alcune delle quali italiane, stanno avviando i lavori per un superporto turistico, due penisole a forma di palma e un nuovo arcipelago. E Napoli continua ad essere solo una bella cartolina. Non è una questione di soldi, solo di idee che si realizzano. Io credo nella forza delle idee e per questo presentiamo ben nove progetti, tutti realizzabili, da Ischia a via Acton per trasformare Napoli nel Porto d’Europa.”

Li sintetizzo per chi ci legge :

VIA CARACCIOLO: l’intervento prevede la pedonalizzazione del lungomare, l’avanzamento del fronte verde e la dotazione di piscine, campi da tennis e piste ciclabili.

CASTEL DELL’OVO: a ponente dell’isolotto di Megaride una diga foranea con il raddoppio dei posti barca oggi al servizio dei circoli. Sul fronte di via Partenope spazio a ristoranti e strutture complementari ai grandi alberghi.

NISIDA: l’intervento riguarda l’area di levante dell’istmo che collega l’isola a Coroglio. La zona a ponente viene restituita alla balneazione con la ricostruzione della spiaggia attraverso azioni di ripascimento.

BAGNOLI: il Marina dell’area occidentale prevede, oltre il porto turistico, un’area residenziale, centri fitness e centri sportivi con piscine e campi da tennis.

VIA ACTON: la darsena è destinata al charter, per un voloce interscambio con il movimento crocieristico e dei traghetti del vicino Terminal del Mare.

MERGELLINA: aumento di posti barca con una diversa disposizione dei pontili: un intervento di razionalizzazione, già sperimentato durante il Nauticsud, abbinato allo spostamento degli aliscafi oltre il molo di sottoflutto.

POZZUOLI - AREA EX SOFER: in uno degli angoli più ricchi di suggestioni archeologiche e storiche, troverebbe spazio un parco residenziale con pontili per le imbarcazioni.

FORIO D’ISCHIA: con la riduzione del molo borbonico, l’intervento prevede la salvaguardia della spiaggia attraverso la riqualificazione dell’intera fascia costiera.

SANT’ANGELO D’ISCHIA: allargamento del molo di sottoflutto e spostamento della viabilità di accesso, per restituire alla balneazione un’ampia fascia di spiaggia.

Progetti che non si limitano a ridisegnare il sistema portuale destinato alla nautica da diporto, ma propongono anche un diverso modello di sviluppo urbanistico del nostro waterfront. Prendiamo ad esempio il progetto per via Caracciolo. Il lungomare pedonalizzato, con l’ampliamento della Villa Comunale verso il mare, un polo per lo sport ed il tempo libero prende il posto dell’attuale viale Dhorn con piscine e campi da tennis, piste ciclabili e approdi nella fascia che va dalla Rotonda Diaz a piazza della Repubblica, protetti dalle traversie con la realizzazione di una diga foranea sul versante di ponente. Ma l’intervento va oltre la semplice sistemazione del lungo mare e recupera spazi alla viabilità cittadina attraverso l’allargamento della Riviera di Chiaia e la realizzazione di parcheggi sotterranei.

“La pedonalizzazione di via Caracciolo significa restituire ai cittadini, soprattutto giovani e anziani, uno dei tratti costieri più belli al mondo ed andare incontro alle reali esigenze dei cittadini napoletani, innescando un circolo virtuoso che susciti l’interesse dei grandi gruppi imprenditoriali, rappresenti per le amministrazioni comunali una risorsa economica aggiuntiva da reinvestire sul territorio e sia condiviso anche da chi vive e lavora in quella zona. Abbiamo chiesto allo studio Ambrosetti di fornirci una stima attendibile dei flussi economici che ciascuno dei nove progetti è in grado di attivare e degli inevitabili riflessi positivi sulla qualità della vita dei cittadini. Parliamo di via Caracciolo, ma il meccanismo funziona per ciascuno dei nove progetti presentati. Il modello ipotizzato ruota intorno al ruolo delle amministrazionicomunali che non solo devono progettare lo sviluppo, ma anche gestire attraverso aziende pubblico-private le nuove strutture e ricavarne risorse aggiuntive da destinare ad ulteriori interventi di riqualificazione. A Lacco Ameno il porto turistico è gestito direttamente dal Comune. I ricavi sono stati destinati per ristrutturare le case popolari. E’ facile immaginare cosa potrebbe produrre un lungomare attrezzato da Mergellina al Borgo Marinari. Nuova occupazione, nuovi flussi turistici, nuove opportunità, nuove strutture sportive e ricreative a disposizione di tutti. Addio al mappatella beach, con gli scugnizzi che si tuffano nelle eliche degli aliscafi, ma piscine e solarium comunali. ”

Lino, torniamo con i piedi per terra e parliamo di imbarcazioni e di NauticSud. I numeri quest’anno sono da primato.
In esposizione ci sono 1300 barche e 750 espositori.

“Credo che sia la migliore ed inequivocabile conferma del lavoro svolto in questi anni. Nonostante la concomitanza con altri appuntamenti , come quello di Venezia, le nostre stime sono di 150 mila visitatori tra i Padiglioni della Mostra e la Darsena di Mergellina ai quali offriremo anche alcune anteprime assolute per l’Italia e la presenza di cantieri prestigiosi, come Sunseeker. Abbiamo scelto il mese di marzo per consentire agli espositori di presentare le novità più impegnative con alcuni mesi di anticipo sulla stagione dei saloni internazionali europei. Si tratta di barche per le quali ci vuole un più lungo tempo di riflessione per valutarne l’acquisto e che richiedono tempi di consegna di oltre un anno . Ma lo spostamento di data offre inoltre la possibilità di consentire agli espositori un tempo più ampio per utilizzare le tradizionali agevolazioni collegate al Salone Nautico ed attrarre i diportisti verso il cosiddetto acquisto d’impulso, con riflessi positivi anche sulla piccola nautica.”


Grazie Lino e Buon Vento!

Intervista di Silvio Luise a
Lino Ferrara
Patron del Nautic Sud

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