lunedì 25 febbraio 2008

Rovistando in cambusa

RISOTTONE NATALONE

Quantità per 15 porzioni.
Riso (possibilmente vialone nano): 1 Kg
Orate o spigole: 1,000 - 1,200 Kg
Mazzancolle o gamberoni: 8 grandi (circa 300 g)
Salsa all’arancia: 100 g di burro (preferibilmente light), 2 arance.

Preparazione della salsa all’arancia.
Grattugia la scorza delle due arance (solo la parte gialla) e premi un’arancia, filtrandone il succo.
Lavora il burro con la scorza grattugiata e con il succo dell’arancia (gran parte del succo non verrà assorbito). Mettilo in una tazza coperta e lascialo in frigo dalla sera precedente, per insaporire il burro.

Preparazione del risotto.
Lessa il pesce in acqua appena sufficiente (deve essere appena cotto, non si dovrebbero superare i 15 minuti), toglilo dalla pentola e taglialo a tocchetti, lasciando le teste a bollire ancora lentamente, per insaporire il brodo di cottura. Togli le teste ai mazzancolle e lessa le code, sempre in poca acqua e solo per il tempo necessario a renderle sgusciabili. Taglia la polpa dei mazzancolle a cilindretti (né grandi, né piccoli) e conserva il brodo di cottura e le scorze. In una casseruola (possibilmente anti-aderente), metti olio (un quarto di misurino a porzione), aglio a pezzi grossi, le teste crude e le scorze cotte dei mazzancolle. Fai soffriggere a fuoco lento, schiacciando bene le teste, perché insaporiscano l’olio, facendo attenzione a non far bruciare l’aglio. Una volta terminata l’operazione, ripulisci l’olio da tutti i residui di scorze, teste ed aglio.
In una pentola con acqua abbondante, porta a metà cottura il riso. Quindi aggiungilo all’olio della casseruola (se vuoi, puoi aggiungere - ma solo a questo punto - pochissimo parmigiano) e porta avanti la cottura del risotto, aggiungendo pian piano i brodo di cottura del pesce e dei mazzancolle (più del pesce che dei maz-zancolle) per circa 5 minuti. Aggiungi poi, a poco a poco, la salsa all’arancia, assaggiando via via il riso, finché il sapore non ti soddisfa (a questo punto anche se dovesse avanzare salsa all’arancia, fermati).
Quando il risotto è cotto, aggiungi i tocchetti di pesce e di mazzancolle, senza continuare la cottura. Prepara un abbondante trito di foglie di prezzemolo freschissimo, che spargerai - prima di servire - sul risotto già disposto nel piatto.

Loredana Pirrello

Il gozzo va a dormire

Per quelli come me che possono custodire privatamente la barca durante l’inverno ci sono, nell’anno, due giornate particolari: la “calata” a mare e “l’alzata”.
Come è immaginabile sono giornate da sentimenti antitetici, alla gioia e alla fibrillazione della prima si oppone la malinconia della se-conda.
Quest’anno l’alzata è stata particolarmente “dolorosa” per la coincidenza unica del fatto che ora – raggiunta una certa età - dispongo di più tempo. Per chi ama il mare, il tempo non basta mai. Ho sempre rubato agli impegni ogni spazio possibile pur di stare in barca e quando la barca “riposa” mi appago solo se posso contemplare il mare.
L’appuntamento con il camion che ci porterà a casa è al porto di Baia, si è convenuto la mattina presto; la giornata di fine settembre è frizzante, è piovuto e l’aria è tersa. Vedi i dettagli della costa, apprezzi meglio i colori e le loro differenze. Il motore stenta ad avviarsi; di solito va al primo colpo, il gozzo già ha capito che è l’ultima uscita (almeno per quest’anno), è riottoso, si ribella ma alla fine cede. Lemme, lemme usciamo dalla rada, la scogliera si allontana alle nostre spalle. Il gozzo vuole prendere altre direzioni, ha capito che puntando al Ca-stello di Baia significa andare a terra. E’ come il bambino che non vuole andare a letto; capito che non ci sono alternative si gode sommessamente l’ultima “passeggiata”.
Attraversa le boe del ponte della Pirelli, costeggia le linee di delimitazioni delle aree interdette; tutto è così trasparente che gli scogli di “città sommersa” sembra ti dicano arrivederci. E’ certo che loro saranno lì ad aspettarci ancora.
Ora c’è alla nostra dritta il campo delle boe di ancoraggio dell’allevamento delle cozze. Le boe, perfettamente allineate, disegnano una geometrica scacchiera e in una delle caselle c’è il barcone dei “cozzicari”. Stancamente uno di loro solleva la testa come se volesse salutare la nostra ritirata.
Ora il Castello è visibile in ogni dettaglio e anche la gru. Il gozzo cerca di ribellarsi ancora quando si sente le cinghie sotto la chiglia. Ancora, una sensazione unica è il profumo delle alghe attaccate allo scafo, resterà nelle narici come ultima consolazione. Ora sta sui blocchi e sono finite tutte le operazioni di rimessaggio. Il bambino è stato messo a letto e come si rimboccano le coperte è stato steso il telone che lo proteggerà per l’inverno.
Adesso dorme quieto e sogna la prua che taglia le onde e la scia d’argento che si lascia dietro.

Raffaele Schiano

Autori sommersi

In una pubblicazione come la nostra, ri-volta agli amanti del mare, non poteva mancare un angolino riservato a quanti di voi hanno qualche pagina, magari una sola, nascosta in fondo a un cassetto o al proprio cuore. Sono tanti, sono sicura, gli “autori” (sì, chiamiamoci proprio così, senza timore di fregiarci di un titolo apparentemente altisonante) ...”sommersi”, quelli cioè che, come me, non hanno avuto modo di veder pubblicati la poesia o il racconto, che un giorno hanno “buttato giù”, sulla carta o sul computer, spinti da un’emozione, un ricordo, una sensazione a loro parsa irripetibile.

Ecco il perché di questa rubrica, in cui è possibile “portare alla luce” quelle pagine... “sommerse” e finalmente condividere i propri slanci emotivi. Probabilmente a molti di voi la proposta sembrerà allettante, ma un pizzico di timidezza o riservatezza ancora vi trattiene dall’inviarci le vostre “creature”.

Ma nessun timore del genere deve frenarvi: qui siamo fra amici, che per di più condividono la stessa passione, il mare, e quindi non ci saranno critici severi e altezzosi e nessuno si permetterà mai di azzardare alcun giudizio su quanto pubblicato, ma, al contrario, ogni vostra proposta sarà accolta con grande piacere e affettuosa curiosità. Al bando, dunque, ogni tipo di incertezza!

Coraggio, è arrivato il momento di “riemergere”! Inizio io a rompere il ghiaccio, ripescando una poesia, ispiratami qualche tempo fa da una passeggiata in barca.

La musica del vento

E a poco a poco
riempie gli spazi della mente
annega i pensieri rumorosi
scioglie i sassi ammucchiati in fondo all’anima
disperde gli inutili perché.

E la vela si gonfia di vento
e mi spinge a distanze infinite
su un oceano immenso
di acque e di cieli.

E lì mi tuffo
e lì galleggio
assolutamente lontana
assolutamente tranquilla
assolutamente irraggiungibile.

Marcella Peviani

Sogni blu

Quale è il più grande desiderio dell’uomo? Certamente volare! Direi che ancora non ci siamo attrezzati bene… ma attraverso una esperienza, in fondo semplice e affascinante, si può provare la sensazione di leggerezza e perdita di contatto col suolo: l’immersione. Esiste una lunga serie di studi psicologici al quesito: perché ci si immerge? Allontanamento dal quotidiano, terapia anti stress, ricerca dell’ignoto ecc. Senza scomodare studiosi e pensatori moderni, io direi più semplicemente un drastico colpo di forbice delle ere evolutive che ci hanno visto approdare sulla terra ferma ed assumere la posizione eretta; insomma l’uomo moderno pensatore, intelligente che si “rituffa” nel liquido che gli ha dato origine. Del resto il contatto con l’elemento liquido non si è mai perduto, a galla nove mesi nel grembo materno..

Ebbene eccoci qui, spinti dall’impulso di geni recessivi alla maggior parte degli “ominidi” del terzo millennio, avvolti dal blu più profondo!

L’approccio alla subacquea può essere vissuto attraverso apparecchi respiratori (ARA), più semplicemente bombole, o in apnea trattenendo il respiro durante l’immersione. Comune
denominatore delle due discipline, la scoperta del meraviglioso mondo sommerso.
Ma che brutta figura ci facciamo noi bipedi goffi, impacciati nei movimenti, orribilmente vestiti, al cospetto di uno maestoso carangide pelagico o magari di un mimetico polpo…eppure siamo lì, sospesi nel trasparente, disperatamente alla ricerca della migliore acquaticità, certamente rapiti dal più bello spettacolo si possa mai immaginare, sia esso la schiusa di un grappolo di uova o un ubriacante carosello di barracuda!
Un tempo si riteneva che l’attività subacquea fosse destinata ad una ristretta casta di super atleti; oggi, fortunatamente, tutti possono provare l’emozione di immergersi sott’acqua, a patto di rispettare il mare e aver sostenuto una buona didattica.

Allora cosa aspettate? Chiudete gli occhi e cominciate a sognare! Sogni blù naturalmente!

Luca Sepe

La Sfida

Sono particolarmente orgoglioso che il primo articolo dedicato dal nostro giornale alla “Vela” sia un annuncio clamoroso.
Ci saranno sicuramente altre opportunità per descrivere ed esaltare le azioni dei velisti della LNI di Pozzuoli ma ora consentitemi di dedicare questa apertura al nuovissimo Mylius 48 Race di Vittorio Landolfi.

La LNI di Pozzuoli, lancia una nuova sfida sui campi di regata a partire dal 2008 , appunto, con la nuova imbarcazione del nostro Vittorio Landolfi, un modernissimo Mylius 48 Race di cui vi voglio illustrare in anteprima lo scafo e alcune caratteristiche tecniche.
Lo scafo è progettato da Alberto e Fabio Simeone mentre l’albero e le appendici saranno disegnate e realizzate da Vittorio Landolfi. Lo scafo e la coperta, realizzati nel cantiere Mylius-Rega Yacht di Cracovia in Polonia, sono interamente in sandwich di fibre di carbonio ed anima di PVC espanso a densità differenziata, con zone di fasciame a laminazione solida in corrispondenza della piastra di deriva, del timone e del basamento motore. Un progetto che garantisce la massima resistenza e rigidità strutturale con un dislocamento di soli 9.450 Kg. Le prestazioni e la stabilitá sono garantite da una zavorra di quasi il 50%. Lo scafo sará trasferito a Gaeta per la fine di dicembre dove sará allestito ed ultimato. Inutile sottolineare che le appendici e l’albero saranno anch’essi in carbonio.
Il varo è previsto per il marzo 2008 seguiranno le prove a mare, i settaggi delle attrezzature e i primi allenamenti dell’equipaggio, composto in maggioranza da soci dalla Sezione. L’imbarcazione ha un programma ambizioso di regate dove si propone di far ben figurare il guidone della LNI di Pozzuoli. La sfida sportiva inizierà con la Rolex Capri Sailing Week, proseguirà con La Coppa del re a Palma di Maiorca, il Campionato ita-liano IMS, la Malta Middle Sea Race ed infine il mondiale IMS di Atene. La LNI di Pozzuoli non fará mancare il suo supporto e l’entusiasmo dei suoi iscritti. Ed ai soci tutti l’armatore si ri-volge affinché partecipino alla scelta del nome della nuova imbarcazione che sostituirà la mitica Frà Diavolo, invitandoli ad inviare le loro proposte scritte in Segreteria.

Amedeo Santoro

Bravi pescatori

Non ho mai deciso di volermi interessare di pesca, non ricordo e faccio fatica anche solo a pensare quando sia avvenuta la benedetta trasfusione d’acqua di mare nelle mie vene. Evidentemente nel grembo materno deve essere successo qualcosa. Pensavo di essere uno dei pochi positivi al virus della pesca, credevo fossi esagerato, pensavo di essere folle e invece da qualche anno, frequentando il gruppo pesca della Lega Navale di Pozzuoli, ho capito finalmente di fare parte di una razza ben precisa, dove gli individui in apparenza sono di razza umana, ma hanno nel loro Dna un legame ancestrale con il mare che condiziona le loro vite.
Insomma, sono malati di pesca come me. A questo punto, si potrebbe pensare che si sia arrivati in un Eden, dove il solo stare tra persone come “te” sia sufficiente. Niente di più sbagliato! L’homo pescantes viene fuori con tutti i suoi pregi e tutti i suoi difetti. Aggregativi, per natura oratoria, ai fatti solitari, tenebrosi, bugiardi e gelosi. Sparsi sul territorio di Pozzuoli, impegnati in attività lavorative diverse, apparentemente concentrati, li riconosci per l’aria stanca e l’occhio velato con cui guardano il mare e la sudarella costante con la quale fanno compere accompagnando le consorti in giro, hanno orecchie solo per i tam tam provenienti dalle banchine. Manipolatori di notizie per eccellenza sono in effetti i veri e soli ripopolatori magici del mare. Sì, tramite i loro racconti, ci accorgiamo che il nostro golfo è straricco di pesce. Attraverso il solo confrontarsi su “fatti di pesca”, i panierini si gonfiano a dismisura, i pesci raggiungono dimensioni da mare tropicale. Una realtà virtuale in cui tutti, in coscienza, sanno che non è vero ma ci credono e basta. La verità è racchiusa in una regola conosciuta da tutti, la regola del “diviso tre!”. Dividi per tre le catture e i pesi delle stesse e più o meno ti avvicini alla realtà dei fatti. Dotati di un autoironia notevole, i malati di pesca, sono anche capaci di riunirsi, organizzarsi e stabilire regole, eleggere il proprio capo e partecipare a gare di presunta bravura sull’argomento.

Quaranta e passa anni trascorsi a mare mi hanno insegnato che a comandare sono solo i pesci. Ogni tanto qualcuno di loro si sacrifica per farci credere di essere… bravi pescatori.

Davide Castellano

Io sogno una nuova Pozzuoli

Le grandi attese che sono collegate alla nautica da diporto sono direttamente proporzionali alla carenza di posti barca disponibili lungo la fascia costiera del Golfo di Napoli.

Dopo decenni di sostanziale abbandono, con il trasferimento delle competenze demaniali alla Regione Campania, negli ultimi cinque anni la tendenza è stata decisamente invertita. Sono nati nuovi approdi turistici, a Castellammare di Stabia ed a Procida, altri cantieri sono in una fase avanzata, ad esempio quello di Forio d’Ischia o di Acquamorta a Monte di Procida, mentre per le marine di Villaggio Coppola e di Bagnoli, da realizzare con la partecipazione dei privati, le procedure sono ormai in dirittura di arrivo. La scorsa estate, con l’installazione dei campi boa negli specchi d’acqua prospicienti via Caracciolo a Napoli, è stata indirettamente incrementata la capacità ricettiva del porticciolo di Mergellina.

Ci troviamo, dunque, di fronte ad uno scenario in rapida evoluzione, con investimenti di centinaia di milioni di euro, con ricadute positive sulle economie e sui livelli occupazionali dei comuni interessati dagli interventi. Opportunità dalle quali Pozzuoli, fino ad oggi, nono-stante la sua secolare vocazione marinara, è stata esclusa.

Nel 2008, i lavori di adeguamento del Porto, già finanziati, con il prolungamento di oltre 300 metri del molo caligoliano, saranno completati. Altri interventi sono allo studio e prevedono un ulteriore ampliamento del caligoliano e la realizzazione di un molo di sottoflutto tra la nautica Maglietta e l’area dell’ex Sofer, dove in futuro sarà trasferito il traffico passeggeri e merci diretto alle isole.

Si aprono, dunque, nuove prospettive per il porto e per la città, come ci conferma il prof. Ennio Cascetta , Assessore Regionale ai Trasporti ed al Demanio Marittimo.

“Noi abbiamo finanziato, per il momento, l’estensione del Caligoliano fino a 300 metri. Intervento in fase di avanzata realizzazione come tutti possono vedere. Intervento che già comporta sicuramente dei benefici. Viene eliminata la traversia dai quadranti meridionali rendendo più sicure le operazioni di imbarco e sbarco dei passeggeri durante il periodo invernale, ma allo stesso tempo si incrementa in modo considerevole lo specchio d’acqua protetto.
In altre parole, alcune aree contigue al porto vecchio, che precedentemente erano solo estive, vengono destagionalizzate. Per fare un esempio il Marina di Maglietta potrà ora fare attività tutto l’anno invece che solo in estate, e così via. Però, è chiaro che siamo solo ad una parte del progetto.
Il progetto, a mio giudizio, deve svilupparsi con un ulteriore prolungamento del molo Caligoliano e la creazione di un molo di sottoflutto. E’ un’ idea sulla quale stiamo lavorando, che prevede il trasferimento di tutta la parte commerciale al molo di sottoflutto, che si apre e diventa un vero e proprio terminal dei collegamenti per le Isole.”

Sarà quindi ridefinito tutto il piano di lavoro del porto sottraendo, allo stesso tempo, il centro storico dalla morsa del traffico da e verso le isole ?

“ Perché in questo modo si fa sistema anche
realizzando un collegamento diretto tra il molo di sottoflutto (il nuovo terminal viaggiatori e merci) e l’uscita della tangenziale di via Campana. Si elimina quindi completamente il passaggio nel centro di Pozzuoli di tutti i mezzi che devono imbarcare e sbarcare per le isole, ma vanno direttamente in galleria sulla Tangenziale… Si recupera un enorme specchio d’acqua, perché, a quel punto, tutto lo specchio d’acqua esistente, più il nuovo, sarà destinato alla nautica da diporto. Io immagino una grande marina, nell’ordine di 1000/1100 posti barca, che diventerà una delle tre, quattro, cinque grandi nuove marine che stanno nascendo in Campania. La prima che abbiamo visto è la Marina di Stabia e ce ne saranno altre”.

La Marina di Caligola sarà sicuramente la più suggestiva dal punto di vista turistico perché collocata al centro di un patrimonio storico culturale unico al mondo.

“Sicuramente. La più bella perché a differenza di quella di Arechi a Salerno, di quella di Stabia, di quella di Castelvolturno, è una marina che è immediatamente a ridosso di un centro storico di grande fascino, quindi è sicuramente e potenzialmente la più bella. Se a questo aggiungi che è a venti metri dal ristrutturato Rione Terra, a meno di un miglio dal Parco Archeologico Sommerso di Baia, diventa una cosa fantastica. Ed è per questo che io ritengo che in questo percorso c’è spazio anche per un contributo dei privati.
Perché è evidente che se realizzi una Marina delle dimensioni di Pozzuoli, una volta soddisfatta la domanda locale, avrai la disponibilità di 300/400 posti barca in più. Questi posti barca, nel tempo, potranno contribuire a finanziare parte dell’investimento.
Quello che non dovrebbe essere finanziato con i proventi derivanti dalla vendita dei servizi della marina, io penso che troverà una copertura sui fondi del P.O.R. del prossimo periodo 2007-2013.”

E’ il sogno di tutti i puteolani…

“Questo è veramente un progetto che rivoluziona Pozzuoli, forse è il progetto che ha il maggior potenziale rivoluzionario, perché ridi-segna completamente le funzioni della città. Decongestiona nettamente il traffico, ma allo stesso tempo valorizza anche la funzione di polo di interscambio verso le isole flegree, separandole dalle funzioni più proprie e più urbane della città di Pozzuoli.
Mette, inoltre, a valore gli interventi che si stanno facendo, come quelli sul Rione Terra, e quindi immagino questo lungomare pieno di ristoranti, pieno di negozi, pieno di vita giorno e notte. Insomma, una nuova Pozzuoli. Io sogno una nuova Pozzuoli intorno a questo porto.”

La storia di Pozzuoli è una storia di abbandoni e rinascite

“Come una Fenice…Però non sempre queste rinascite si sono concretizzate in pieno. Spesso sono state promesse e non sono avvenute, o solo in parte; questa invece mi sembra una circostanza abbastanza concreta, nel senso che è avviato, il treno è stato avviato. C’è un’ amministrazione, come quella regionale, che è fortemente intenzionata ad andare avanti. Ci sono dei bracci operativi, che sono i concessionari della 887, sia per la parte a terra che per la parte a mare, che sono diversi, stanno dimostrando di realizzare le cose nei modi e nei tempi giusti; le risorse Europee ci sono. Quindi anche se sono molto prudente, tu sai bene, mi conosci da anni, non mi lascio andare facilmente agli entusiasmi, però sono moderatamente ottimista su questa vicenda, anche perché questo si lega al progetto ferroviario che stiamo attuando su Pozzuoli, perché a questo punto, noi, su Pozzuoli mettiamo in funzione la nuova linea della Cumana, dismettiamo quel vecchio tracciato e consentiamo l’abbattimento di quel mostruoso cavalcavia che incide proprio sulla parte più bella, più antica…”

Sul Tempio di Serapide...

“Esattamente. E’ quasi un simbolo, una di quelle cose che, se smontate darebbero un messaggio simbolico, come l’abbattimento della sopraelevata del Corso Malta.
Sono quegli interventi che hanno un valore aggiunto. E quindi, dicevo, eliminando da lì la Cumana si realizzarebbero due nuove stazioni a Vallone Mandria ed a Cantieri, periferiche ri-spetto al nucleo storico di Pozzuoli, che resterà collegato con la stazione dei Gerolomini ma centrali rispetto alla nuova funzione del porto commerciale e ti trovi già proiettato anche un raccordo ferroviario, per cui si arriva con il traghetto o con l’aliscafo dalle isole, prendi la ferrovia e vai verso Napoli – Montesanto. Quindi…”

I tempi dell’intervento ferroviario?

“Sono abbastanza veloci, sono progetti già finanziati. Sicuramente quello di Cantieri è in corso, mentre l’altra stazione sta per iniziare… ma ci siamo, è una questione di uno, due anni. Nel 2010 potresti sognare una città con un porto, non dico già finito, ma con un respiro e una potenza diversa, con la ferrovia spostata e con l’abbattimento di quella struttura, nel giro di tre, quattro anni chiudi tutto il progetto con il raccordo della tangenziale.”

Ma, paradossalmente, se ne sa poco e se ne parla poco per varie ragioni, anche perché la politica vive a Pozzuoli una stagione difficile.

“Questa è una delle ragioni e in assenza di un comune democraticamente eletto è anche più difficile far passare dei messaggi ai cittadini. Penso, però, che noi dobbiamo fare veramente un opera d’informazione e per questo saluto con favore questa iniziativa della Lega Navale di avere un suo momento d’informazione per i cittadini di Pozzuoli, perché, secondo me, i puteolani non devono solamente essere informati ma partecipare anche con delle domande, hanno il diritto – dovere di sapere che cosa si sta progettando per la loro città.
Mi auguro che prima del completamento di questo piano si ristabiliscano le condizioni ordinarie, diciamo così, del funzionamento della democrazia a Pozzuoli. Nessuno, penso, può immaginare che questo sviluppo del porto avvenga sulla testa dei puteolani, non è avvenuto così da nessun’altra parte; chiunque entrasse a gestire il porto di Pozzuoli non può non tener conto delle preesistenze.
E’ successo sempre così, anzi le preesistenze riceveranno il beneficio dell’operare in un contesto di livello qualitativo anche più alto, meglio venduto, insomma anche loro avranno delle ricadute indirette da questa crescita complessiva del livello, come sta succedendo in altre parti.
Guarda io sono ottimista, perché all’inizio è sempre così. E’ un po’ come quando i commercianti protestano perché gli chiudi la strada e la pedonalizzi. Nella fase di avvio sono contrari, poi si rendono conto che gli affari vanno meglio. E sta succedendo così anche negli altri porti, dove entrano dei nuovi operatori di livello superiore, non schiacciano quelli che c’erano prima perché devono trovare un accordo, e un accordo si trova, c’è spazio per tutti, e alla fine anche chi stava prima migliora nelle sue mance, performance, sia economiche che industriali.”

La nuova Pozzuoli, sul fronte della nautica da diporto, potrebbe fare concorrenza ad altre più rinomate località del Mediterraneo?

“Io penso proprio di si. Ha tutte le possibilità per farlo. Vedi lì, come sempre, il tema è il marketing perché noi viviamo in una società in cui il marketing territoriale è un pezzo fondamentale. Per esempio, se vai oggi a Capri, in rada ci sono a novembre dei maxi yatch, là, fermi perché stanno di fronte a Marina Piccola, è uno dei posti più belli e suggestivi del mondo, per carità, ma non meno bello né meno suggestivo di come potrà essere Pozzuoli alla chiusura di tutto questo ragionamento.
Quindi, io penso che, se questo intervento infrastrutturale e gestionale si associa ad una giusta politica di marketing del territorio di Pozzuoli e dei Campi Flegrei, veramente ci sono dei confini enormi da esplorare.”

Intervista di Silvio Luise
al Prof. Ennio Cascetta
Ass.re ai Trasporti e Demanio Marittimo
Regione Campania

La Martagana

Pozzuoli ha una sua peculiare tradizione marinara che, ovviamente, nel corso del tempo ha avuto diverse evoluzioni. Oggi, l’attività marinara è coerente agli standard nazionali perché le tecniche si sono tanto uniformate da non avere più le caratteristiche differenze che nel passato determinavano l’area geografica d’appartenenza. Questa uniformità non deve far dimenticare le proprie origini. Il gozzo ha una sua specifica derivazione da una barca ormai estinta il cui ricordo non può essere assolutamente disperso. Il battello usato tradizionalmente a Pozzuoli e Procida per la pesca era una derivazione della Tartana, la famosa “Paranza”; una barca molto stabile, pontata, con albero a vela latina e fiocco. La Paranza ha dato origine alla “Paranzella” (Martagana), una barca più “sfilata”, più piccola ed agile e non pontata, a vela latina e senza fiocco, con il timone che sporgeva dalla chiglia e che fungeva da deriva. La Paranzella o Martagana era lunga dai 5 ai 9 metri, con l’albero amovibile per facilitare le operazioni di pesca con il tramaglio. Fino a vent’anni fa era ancora possibile vedere la martagana tra i gozzi ancorati nella darsena (‘o Valjone). Gozzi di legno tutti verniciati con gli stessi colori e quasi tutti realizzati dai fratelli Vallozzi, ultimi e unici maestri d’ascia dell’area flegrea che ancora oggi continuano la loro attività nella suggestiva bottega di fronte alla chiesetta dell’Assunta.

Umberto Postiglione

Centodieci anni, ma non li dimostra

La Lega Navale Italiana, nasce a La Spezia il 2 luglio del 1897 …con lo scopo di diffondere nel popolo italiano, in particolare fra i giovani, lo spirito marinaro, la conoscenza dei problemi marittimi, l'amore per il mare e l'impegno per la tutela dell'ambiente marino e delle acque interne, agli effetti della partecipazione dei cittadini allo sviluppo ed al progresso di tutte le forme di attività nazionali che hanno nel mare il loro campo ed il loro mezzo di azione. La Lega Navale Italiana sviluppa le iniziative promozionali, culturali, naturalistiche, sportive e didattiche idonee al conseguimento degli scopi dell'Associazione: promuove e sostiene la pratica del diporto e delle altre attività nautiche; promuove e sviluppa anche corsi di formazione professionale nel quadro della vigente normativa. La Lega Navale Italiana opera di concerto con le amministrazioni pubbliche centrali e periferiche, con le Federazioni sportive del C.O.N.I. Centodieci anni di vita e di storia non hanno mutato lo spirito della Lega, ma anzi, ne hanno ampliato i confini d’intervento.
La Sezione di Pozzuoli della L.N.I. è stata fondata nel giugno del 1996. La sede è ubicata in via Celle 21, con locali adibiti ad uso ufficio e sale conferenze per un’area complessiva di quattrocento mq. La Lega Navale di Pozzuoli dispone di due basi nautiche. Una lungo il litorale di Lucrino, in regime di convenzione con la struttura turistica Carpe Diem, dove è collocata la scuola di vela e di attività subacquee destinata agli allievi più giovani di età compresa tra gli otto ed i sedici anni; l’altra nel porto e riservata ad ospitare le imbarcazioni di proprietà della LNI e degli associati. Presso la base nautica del porto è operativo il primo Polo Nautico Solidale dell’Italia meridionale. La Sezione ha, infatti, at-trezzato le banchine galleggianti con un sollevatore elettromeccanico, già sperimentato in Liguria e in Sardegna, per consentire l’imbarco e lo sbarco delle persone con problemi di deambulazione.
Il Polo Nautico Solidale, tuttavia, non si limita al superamento degli ostacoli fisici ma è un insieme di iniziative indirizzate alle diverse abilità con l’obiettivo di divulgare la pratica delle discipline nautiche: vela, canottaggio, pesca sportiva, sub- acquea e canoa intese come strumento per stimolare la collaborazione e l’accettazione dei propri ed altrui limiti e fornire una ulteriore occasione per affermare una possibile autonomia al di fuori degli abituali ambiti protetti. Tuttavia esso non è rivolto soltanto ai disabili, bensì a “tutte” le persone: bambini, adulti ed anziani che per età e condizione so- ciale hanno bisogno di un approccio con il mare “su misura”.
Troppo spesso gli spazi ed i servizi privilegiano mode ed estetismi, piuttosto che la praticità d’uso e l’accessibilità. La Sezione di Pozzuoli è, infatti, particolarmente impegnata con corsi gratuiti di avvicinamento alle discipline del mare per giovani con problematiche sia fisiche che comportamentali. Sono nostri partner in queste iniziative i Sert delle Asl Na1 e Na2, ed associazioni no-profit come Insieme nel Vento per i corsi di vela riservati ai portatori di handicap.

La Sezione di Pozzuoli si impegna, infine, nel proselitismo fra i giovani, con leve gratuite per i ragazzi fino a diciotto anni di età, organizzando seminari culturali, visite guidate in strutture nautiche civili e militari, corsi di avvicinamento alle di- scipline marinare : veliche, subacquee, pesca e nuoto. Corsi per il conseguimento della patente motonautica a vela ed a motore. In questo quadro di attività, ha consolidato rapporti di fattiva colla- borazione con l’Università Federico II e con gli istituti scolastici della provincia di Napoli di ogni ordine e grado.

La Risorsa Mare

Sono assolutamente orgoglioso di mettere la mia capacità professionale, di giornalista – anche se in pensione – al servizio dei soci della Lega Navale di Pozzuoli e più in generale al servizio dell’intero territorio flegreo.
Mi è stato chiesto - ed ho accettato con grande piacere - di assumere la responsabilità del neonato periodico della Sezione, che avrà, spero per la fase di avvio della sperimentazione, una cadenza bimestrale. Intorno all’idea di dotare la sezione di una pubblicazione che portasse a conoscenza degli iscritti e dei non iscritti tutte le attività ed iniziative della Lega a Pozzuoli si è coagulato un gruppo di lavoro che si è rapidamente trasformato in una vera e propria redazione, in una una fucina di proposte e suggerimenti, a partire dalla testata.

Il nostro giornale si chiama ‘’La Martagana’’ per rinsaldare il legame forte che ciascuno di noi ha con il mare. ‘’La Martagana,’’ infatti, era una delle imbarcazioni che tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del XX secolo affollavano le banchine del porto di Pozzuoli. Una barca da lavoro che quindi ben rappresenta il “lavoro” che noi tutti cerchiamo di portare avanti, ciascuno a suo modo, per valorizzare e difendere questa nostra importante risorsa. Da questo numero zero potrete comprendere quale sarà la missione editoriale del giornale. Parlare di noi certamente, ma soprattutto riportare il mare al centro dell’attenzione di tutti, dei cittadini e degli amministratori. In particolare affrontare il futuro del nostro scalo marittimo che, senza perdere le funzioni tradizionali di porto peschereccio e di collegamento con le isole del Golfo, dovrà - inevitabilmente - diventare una moderna ed attrezzata “marina” per il diporto.
Noi, anche attraverso queste colonne, faremo la nostra parte perchè ci sia un aperto e franco dibattito con le forze sociali, le istituzioni ed il mondo dell’imprenditoria.

Il mare deve rappresentare anche per Pozzuoli una risorsa per l’intera comunità, un’ importante occasione per creare sviluppo e nuova occupazione, per diventare il fulcro di una nuova rinascita.
Ma ci sarà ovviamente ampio spazio anche per la riscoperta della tradizione e della cultura marinara flegrea, per parlare degli sport del mare e delle iniziative a sfondo sociale e di concreta solidarietà nei confronti dei meno fortunati come il Mare nelle Vene ed Insieme nel Vento.
Soprattutto mi preme sottolineare che il giornale, in sintonia con le finalità delle Lega, è aperto al contributo di tutti, nessuno deve sentirsi escluso. Ed è per questa ragione che, a differenza di altre pubblicazioni, non ci sarà lo spazio per le tradizionali lettere al direttore, ma rubriche dove esprimere, con la propria firma , opinioni e suggerimenti.

Il direttore
Giovanni Caruso