lunedì 25 febbraio 2008

Bravi pescatori

Non ho mai deciso di volermi interessare di pesca, non ricordo e faccio fatica anche solo a pensare quando sia avvenuta la benedetta trasfusione d’acqua di mare nelle mie vene. Evidentemente nel grembo materno deve essere successo qualcosa. Pensavo di essere uno dei pochi positivi al virus della pesca, credevo fossi esagerato, pensavo di essere folle e invece da qualche anno, frequentando il gruppo pesca della Lega Navale di Pozzuoli, ho capito finalmente di fare parte di una razza ben precisa, dove gli individui in apparenza sono di razza umana, ma hanno nel loro Dna un legame ancestrale con il mare che condiziona le loro vite.
Insomma, sono malati di pesca come me. A questo punto, si potrebbe pensare che si sia arrivati in un Eden, dove il solo stare tra persone come “te” sia sufficiente. Niente di più sbagliato! L’homo pescantes viene fuori con tutti i suoi pregi e tutti i suoi difetti. Aggregativi, per natura oratoria, ai fatti solitari, tenebrosi, bugiardi e gelosi. Sparsi sul territorio di Pozzuoli, impegnati in attività lavorative diverse, apparentemente concentrati, li riconosci per l’aria stanca e l’occhio velato con cui guardano il mare e la sudarella costante con la quale fanno compere accompagnando le consorti in giro, hanno orecchie solo per i tam tam provenienti dalle banchine. Manipolatori di notizie per eccellenza sono in effetti i veri e soli ripopolatori magici del mare. Sì, tramite i loro racconti, ci accorgiamo che il nostro golfo è straricco di pesce. Attraverso il solo confrontarsi su “fatti di pesca”, i panierini si gonfiano a dismisura, i pesci raggiungono dimensioni da mare tropicale. Una realtà virtuale in cui tutti, in coscienza, sanno che non è vero ma ci credono e basta. La verità è racchiusa in una regola conosciuta da tutti, la regola del “diviso tre!”. Dividi per tre le catture e i pesi delle stesse e più o meno ti avvicini alla realtà dei fatti. Dotati di un autoironia notevole, i malati di pesca, sono anche capaci di riunirsi, organizzarsi e stabilire regole, eleggere il proprio capo e partecipare a gare di presunta bravura sull’argomento.

Quaranta e passa anni trascorsi a mare mi hanno insegnato che a comandare sono solo i pesci. Ogni tanto qualcuno di loro si sacrifica per farci credere di essere… bravi pescatori.

Davide Castellano

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